Diabete: misura della glicemia nello smartwatch? Apple Watch 7 e Galaxy Watch 4 aprono la strada

La misurazione della glicemia in maniera non invasiva potrebbe essere una frontiera a portata di mano per – quasi – tutti. È notizia di queste ore che le prossime versioni di Apple Watch e Galaxy Watch potrebbero includere (attenzione, il condizionale è d’obbligo) un sensore per la misurazione della presenza di glucosio nel sangue che consentirebbe ai diabetici il monitoraggio costante del proprio stato di salute evitando le periodiche punture sul dito. La tecnologia non è una novità assoluta: il sensore esiste anche se non è di uso su larga scala per i suoi costi elevati. Sarebbe invece una novità la sua presenza su dispositivi indossabili comodamente alla pari, appunto, di uno smartwatch.

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Diabete: misura della glicemia nello smartwatch? Apple Watch 7 e Galaxy Watch 4 aprono la strada

La presenza di questo sensore nei prossimi indossabili di Apple e Samsung, e quindi in Apple Watch 7 e Galaxy Watch 4, è al centro di diverse indiscrezioni ormai da tempo. Fonti specializzate ricordano che per Apple si parla di questo sensore dal 2017: una funzionalità che andrebbe ad integrare quelle già presenti per l’ECG. Per Samsung, invece, la testata sudcoreana ETNews sembra essere pressoché certa del debutto della funzionalità sia su Galaxy Watch 4 che su Watch Active 3.


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Ovviamente nessuna delle due aziende manterrà salda l’indicazione che il livello di glucosio misurato attraverso l’indossabile resti un “suggerimento”, così come avviene per alcune aritmie nel caso dell’ECG. Non ci si potrà affidare esclusivamente ai dati rilevati dagli indossabili, ma serviranno da indicazione per valutare eventuali crisi iper- o ipoglicemiche. L’utilizzo su tali dispositivi, poi, deve passare il vaglio delle organizzazioni di controllo su territorio nazionale che dovranno rilasciare il nulla osta ai produttori testando l’affidabilità dei sensori e dei programmi ad essi legati. Insomma: un percorso ancora lungo che potrebbe anche ricadere sulle tasche dell’acquirente finale. Ma il futuro pare tracciato: anche perché oltre alla comodità della pratica non invasiva, il sensore consentirà un monitoraggio più costante – e quindi più accurato – dei livelli di glicemia.