Ictus:cause e trattamenti

L’ictus (dal latino “colpo”, stroke in inglese), conosciuto anche come apoplessiacolpo apopletticoaccidente o insulto cerebrovascolare, o attacco cerebrale, si verifica quando una scarsa perfusione sanguigna al cervello provoca la morte delle cellule.

Vi sono due tipi principali di ictus, quello ischemico, dovuto alla mancanza del flusso di sangue, e quello emorragico, causato da un sanguinamento entrambi portano come risultato una porzione del cervello incapace di funzionare correttamente.I segni e i sintomidi un ictus possono comprendere, tra gli altri, l’incapacità di muoversi o di percepire un lato del corpo, problemi alla comprensione o all’esprimere parole o la perdita di visione di una parte del campo visivo.Nel 2010 circa 17 milioni di persone hanno subito un ictus e 33 milioni reduci ad un evento di questo tipo erano ancora in vita. Tra il 1990 e il 2010 il numero di ictus che si sono verificati ogni anno è diminuito di circa il 10% nel mondo sviluppato.Nel 2013, l’ictus è stato la seconda più frequente causa di morte dopo le malattie coronariche responsabile di 6,4 milioni di decessi (il 12% del totale).Circa 3,3 milioni di morti sono conseguenza dell’ictus ischemico, mentre 3,2 milioni dell’ictus emorragico. In generale, due terzi degli ictus si sono verificati in persone di oltre 65 anni di età.Per ictus embolico si intende una ostruzione di un’arteria dovuta ad un embolo, una particella che viaggia nel sangue arterioso e proveniente da altrove. Un embolo è più frequentemente un trombo, ma può anche essere una serie di altre sostanze, compreso il grasso(per esempio, dal midollo osseo in seguito ad una frattura ossea, cellule tumorali o  gruppi di batteri.

Esiste una terapia per l’ischemia cerebrale che si può eseguire solo nelle prime 3 ore dopo l’evento.Questa terapia, chiamata trombolisi, può riaprire l’arteria chiusa e salvare una parte del tessuto cerebrale colpito.Le strategie di prevenzione dell’ictus sono più efficaci se vengono attuate quando l’ictus non si è ancora manifestato ossia in soggetti “che stanno bene”. È consigliabile effettuare periodiche visite presso il proprio medico di base che provvederà a verificare il vostro profilo di rischio vascolare. Una delle più diffuse é di certo quella di evitare di fumare e praticare attività sportiva.