Google Fit misurerà battiti e respirazione: ecco come farà

Google Fit misurerà, per adesso solo attraverso Google Pixel, la frequenza dei battiti cardiaci e della respirazione. Si tratta di una delle novità più interessanti di Google Fit, con l’azienda che cerca l’inseguimento ad Apple sul fronte della prevenzione delle patologie cardiache e respiratorie. Solo poche settimane fa Google ha annunciato l’acquisizione di FitBit, una delle aziende leader nella produzione di indossabili per l’attività fisica. Si va quindi verso la possibilità di monitorare i propri parametri vitali anche attraverso hardware e software di Big G.

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Google Fit misurerà battiti e respirazione: ecco come farà

Google ha dato l’annuncio nella giornata di oggi: i primi ad avere la possibilità di misurare respirazione e frequenza cardiaca saranno i dispositivi della gamma Pixel. A seguire, però, la caratteristica sarà utilizzabile su tutti i telefoni Android. Google Fit misurerà la frequenza della respirazione attraverso la fotocamera: basterà posizionarla in una situazione molto stabile ed inquadrarsi nel riquadro apposito, come accade per esempio con alcuni sensori di temperatura diffusi in alcuni negozi dall’inizio della crisi Covid. Una volta all’interno dell’immagine, si dovrà respirare per circa 30 secondi, con il sensore che “guarderà” anche il movimento del costato e delle spalle.


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Per la lettura della frequenza cardiaca e dei battiti, invece, basterà apporre il dito sul sensore per la lettura delle impronte digitali sul retro del telefono. Fotocamera e lettore delle impronte sono due caratteristiche ormai presenti sulla stragrande maggioranza dei telefoni. Google Fit potrà dunque presto misurare i parametri vitali di un numero davvero elevato di utenti. Google ha comunque precisato già da ora che la raccolta dei dati non è destinata “a scopi medici” e che questi “non devono essere utilizzati per diagnosticare, trattare, curare o prevenire malattie o condizioni mediche”. Insomma, la classica formula per il declino delle responsabilità, ma i dati potranno evidenziare eventuali anomalie che andranno poi “gestite” dall’utente.