Iscriversi a Medicina senza condizioni: la legge 2 agosto 1999 n. 264, quella che istituiva il numero chiuso, “è abrogata”. Abolito, dunque, il test di accesso, il famoso numero programmato che negli anni ha scatenato proteste e ricorsi? No, lo sbarramento è solo rimandato al secondo anno, ma in questo modo «diamo a tutti i ragazzi la possibilità di sperimentarsi e di capire se quello può essere il loro percorso; insieme a questo immaginiamo di rivedere anche la riforma cardine delle specializzazioni». A parlare è Manuel Tuzi, deputato del M5S e medico che ha appena concluso la specializzazione in Medicina dello sport, nonché relatore della proposta di legge che, se approvata dal Parlamento, potrebbe mandare in soffitta il vecchio numero chiuso. Solo teoria, niente laboratori, così evitano le aule sovraffollate che non potrebbero reggere un elevato numero di studenti. La proposta di legge affronta anche il problema dei circa 15 mila laureati in medicina che si sono trovati in difficoltà per accedere alla specializzazione a causa della carenza di borse di studio.La rivoluzione a cui si sta pensando dovrebbe partire dalla scuola superiore e arrivare fino all’università e alla specializzazione. L’obiettivo è comunque eliminare definitivamente non solo il numero chiuso per l’accesso ai corsi universitari ma anche i numerosi ricorsi che i non idonei avanzano al Tar.
La proposta di riforma ricorda l’ammissione alle facoltà di Medicina in Francia, dove le matricole devono affrontare due concorsi: uno al primo semestre e uno al secondo. Sono quiz a risposta multipla con domande sulle materie studiate durante il corso. Chi non passa il primo test, può riprovarci una seconda volta. Se anche il secondo tentativo fallisce, lo studente è obbligato a lasciare la facoltà di area medica.