La calendula: sai perchè è un bene coltivarla?

La Calendula è una pianta della famiglia delle Composite, che ha come caratteristica quella di avere dei fiori a forma di margherita, vistosi e solari, semplici o doppi, gialli o arancioni.

Ha una radice fittonante e un fusto ramificato e ricoperto da peluria. Le foglie sono spesse, chiare e vellutate e se strofinate emanano un gradevole aroma.

La sua fioritura è costante dal mese di marzo fino a settembre, mentre si blocca nei mesi più freddi dell’anno.

È una pianta rustica, che si adatta a diversi ambienti e terreni e non ha bisogno di particolari cure.

Quando va piantata

La calendula si può piantare ad inizio primavera tra marzo e aprile oppure in autunno tra i mesi di ottobre e novembre per poter così apprezzare la sua fioritura l’anno successivo. Si autorisemina, infatti in alcune zone di montagna cresce anche in forma spontanea.

Come si pianta la calendula

Va usato un terriccio biologico e si stendono i semi ad una profondità di un centimetro con una distanza che a mantenuta tra i 30 centimetri tra una pianta e l’altra. Dopo la semina, vanno nebulizzata un poco d’acqua per stimolare l’attecchimento dei semi. Si può scegliere tra i fiori semplici o anche doppi.

Va posizionata dove c’è il sole pieno, per favorire una fioritura molto copiosa, ma può anche essere disposta a mezz’ombra, però in questo caso la fioritura sarà minore.

Resiste al gran caldo e al gelo fino a -5°C, ma teme le gelate primaverili.

Bisogna innaffiarla in modo regolare in estate e nei periodi di caldo torrido per non fare in modo che si arresti la sua fioritura. La calendula sopporta la siccità se dura poco, mentre soffre i ristagni d’acqua.

Specialmente nella coltivazione in vaso, dobbiamo prevedere un ciclo di concimazione: si può utilizzare un concime liquido biologico, da diluire nell’acqua per l’irrigazione ogni 15 giorni, da marzo a settembre.

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