Tutte le criptovalute sono accomunate da una delle peculiarità principali che di fatto le rende rischiose ma anche interessanti allo stesso tempo, ossia l’imprevedibilità legata al valore, in quanto, con Bitcoin in testa, si tratta più che di vere valute economiche a dispetto del nome, qualcosa di percepibile come risorse economiche e un sistema di pagamento valutario internazionale, slegato dalla normale e tradizionale finanza. Il termine è nato proprio con lo sviluppo di Bitcoin nel 2009, che resta la “capostipite” e anche simbolicamente un po’ la “madre” di tutte le criptovalute, anche se si trova in una condizione non positivisissima.
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Il 2022 è stato tendenzialmente “poco gentile” per le crypto, ed è difficile anche per gli esperti fare una previsione in relazione al futuro a breve termine di quella che è considerata ancora troppo importante per essere “sorpassata” almeno in tempistiche brevi.
Attualmente la valutazione legata alle ultime settimane non vede Bitcoin superare di molto i 20 mila dollari, con l’ultimo “picco” di poco più di 22 mila che si è palesato verso metà settembre. Allo stato di cose attuale è possibile che almeno fino a dicembre la valutazione non trovi particolari aumenti ed aperture effettive, anche se la situazione potrebbe cambiare proprio dall’ultima parte dell’anno, considerando il progressivo aumento di investitori che potrebbero spostarsi da Ethereum, che recentemente, attraverso il Merge, ha cambiato protocollo di fatto rinunciando al mining tradizionale (con vantaggi legati al consumo energetico che saranno molto ridotti).
Il Merge infatti non ha soddisfatto tutti, anzi molti tradizionalisti sembrano essere intenzionati a restare su una crypto “tradizionale” proprio come Bitcoin che opera su un sistema tradizionale Proof of Work. Per il mese di ottobre comunque potrebbe essere consigliabile non investire in modo particolare, solo se la valutazione nel corso del mese possa portarsi al di sotto i 18 mila dollari.
