La numismatica rappresenta lo studio approfondito di qualsiasi forma di denaro “fisico”, principalmente monete e banconote, come anche appare chiaro dall’etimologia del termine numisma che in greco e latino significa proprio moneta. Molto spesso questa parola viene associata al collezionismo di monete anche se in realtà non è la stessa cosa, pur essendo inevitabile riscontrare un interesse anche potenzialmente economico nei confronti di un’emissione in particolare. Monete come la 100 lire hanno costituito lo standard per eccellenza nella seconda metà del secolo scorso, sopratutto a causa della diffusione di un’emissione molto comune come la 100 lire Minerva. Ma attraverso questo taglio monetario sono state coniate anche altri esemplari, come la moneta con il timone.
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Emissione commemorativa
Si identifica con questo termine una versione della 100 lire sviluppata con fini commemorativi, concepita in occasione del centenario dell’Accademia Navale di Livorno, infatti reca su una delle sue superfici la doppia annata 1881 e 1981 proprio per commemorare il centenario di una delle più importanti istituizioni navali del nostro paese. E’ stata disegnata da Marco Vallucci, ed è riconoscibile immediatamente per la presenza del Timone ed un’Ancora, simboli navali per eccellenza, sormontati da una corona turrita, simbolo della Repubblica, mentre sul lato opposto è visibile una bandiera della Marina Militare Italiana con sullo sfondo il palazzo dell’Accademia Navale di Livorno.
Trova il timone su questa moneta da 100 lire: ecco quanto vale. FOTO
La tiratura di circa 40 milioni di esemplari non rende questa emissione particolarmente rara, anzi è piuttosto facile da trovare anche oggi a distanza di 20 anni dalla dismissione della valuta, avvenuta per l’appunto nel 2002. La moneta è realizzata in Acmonital, una lega di alluminio utilizzata anche per le altre tipologie di monete da 100 lire.
Il valore medio non è superiore a 2-3 euro in caso di condizioni media ma che può raggiungere fino ai 15 euro se in condizioni perfette, prevalentemente a causa del fattore “collezionistico”.