La storia della lira è tra le più interessanti e “particolari” delle valute monetarie in generale: in circa 2 secoli di storia, iniziata ben prima dell’unificazione del paese avvenuta al culmine del Risorgimento, la valuta italiana prima di “andare in pensione” 20 anni fa è stata concepita in un numero importante di esemplari e “tagli monetari”, molti di questi divenuti immediatamente riconoscibili nel giro di pochi anni e che ancora oggi risultano essere facili da ricordare. Un esempio è costituito dalla 50 lire, in particolare dalla variante Vulcano, così soprannominata per la presenza del dio del fuoco ritratto di spalle.
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Emissioni “poco fortunate”
Non tutti sanno che la tradizionale 50 lire Vulcano non è stata l’ultima emissione monetaria della valuta ad essere coniata: l’ultima è stata l’Italia turrita ma nel “mezzo” dal 1990 al 1995 è stata diffusa la poco apprezzata variante piccola della 50 lire. Si tratta in sostanza di una versione “mini” della sopracitata Vulcano, realizzata nella medesima lega di alluminio e grande più o meno la metà. L’intuizione di svecchiare la vecchia 50 lire però si è rivelato un fallimento: considerate da subito troppo piccole e scomode, sono state rapidamente accantonate e nella maggior parte dei casi sono state preferite le normali Vulcano o le già citate Italia Turrita. Ma quanto valgono?
Quanto valgono le 50 lire piccole? La risposta toglie il fiato
A dispetto della loro nomea, sono piuttosto ricercate, anche se la maggior parte delle monete di questo tipo non valgono tantissimo: le più interessanti sono quelle prive di rombo, solitamente presente sotto la testa della donna, sopra il nome degli incisori, e che presenta il lobo dell’orecchio della medesima donna leggermente a punta. Le emissioni in questione sono state coniate nel 1990 e 1991 in pochi esemplari, ed ecco perchè una 50 lire piccola di questo tipo può valere fino a 30 euro. Valgono la metà quelle del 1991 con l’orecchio rotondo e con il rombo.