La storia della lira ha inizio diversi decenni prima della formazione dell’Unità d’Italia, ossia l’unificazione nazionale che è diventata realtà a partire dal 1861. Già i regni italiani pre unitari del nord avevano nel frattempo già adottato la lira, che era stata “inaugurata” dal regno italico di Napoleone, nelle prime fasi del 19° secolo. Per i numismatici la vecchia valuta nostrana è una vera miniera d’oro in termini di informazioni ed esemplari, ma non solo: anche monete un tempo comunissime come la 5 lire delfino possono dare enormi soddisfazioni.
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Si tratta infatti di una emissione questa estremamente diffusa e popolare non solo tra gli appassionati ma anche dai comuni utilizzatori. Infatti i più “grandicelli” la ricorderanno sicuramente come moneta dal valore modesto ma che fino agli anni 80 era tra le più utilizzate.
La nomenclatura delfino proviene dalla raffigurazione principale, per l’appunto il noto mammifero marino che capeggia sul dritto della moneta, assieme al valore nominale della stessa. Sul rovescio è presente un timone marittimo, contornato dalla nomenclatura della Repubblica Italiana. Questa emissione è realizzata in Italma come molte altre emissioni ai tempi, coniata dal 1954 al 1956 e poi dal 1965 fino al 2001, anche se come detto, ha iniziato ad essere meno comune dagli anni 80 del secolo scorso a causa della progressiva perdita del potere d’acquisto della lira.
Indubbiamente la più rara proprio quella del 1956 che vale 50-60 euro se in discrete condizioni ma la valutazione può subire un picco importante, arrivando fino a 3500 euro se in Fior di Conio.
Meno rara ma comunque interessante la tipologia di questa moneta che presenta un difetto di conio, nell’annata 1969: in alcuni esemplari infatti il primo “1” coniato è capovolto, e ciò conferisce a queste specifiche emissioni un valore sensibilmente maggiore: questo è compreso tra i 15 ed i 100 euro, a seconda delle condizioni.