Non esistono investimenti sicuri, anche quelli più apparentemente solidi, perchè il mondo, sopratutto quello moderno così pieno di fattori e dinamiche, appare in continua trasformazione: non è un caso che imprese ed aziende un tempo floride vadano incontro a diverse situazioni di crisi, più o meno dipendenti dalle loro capacità. Anche investire sul “mattone” (ossia sull’acquisto di immobili) e su terreni può rivelarsi infruttuoso. Ma dove qualcuno “alza bandiera bianca“, qualcun altro può essere pronto a sfruttare la situazione, anche un terreno abbandonato. E’ possibile diventare ricchi?
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Un terreno abbandonato infatti può rivelarsi una inaspettata fonte di guadagno, anche senza spendere cifre folli in fase di investimento ma con un’adeguata gestione: prima di tutto conviene pensare nel medio-lungo periodo e non considerare l’acquisizione di un terreno fonte di guadagno immediata. E’ utile sfruttare le opportunità che il contesto può fornirci: un terreno abbandonato può essere acquisito con facilità, a volte a titolo gratuito o quasi direttamente dal proprietario (che magari ha intenzione di disfarsene), oppure semplicemente iniziando a lavorare su un terreno effettivamente non appartenente a nessuno. Per la legge dell’usucapione dopo 10 anni quel territorio, se non reclamato, diventa di nostra proprietà.
Per sfruttarlo le possibilità possono dipendere dalla nostra capacità economica ma anche mentale: è possibile riconvertire un terreno alla coltivazione (in questo caso è utile affidarsi al giudizio di un agronomo), puntando magari sulla produzione di prodotti in voga (come l’aloe vera, la funghicultura, l’apicultura, così come anche, bacche di goji, zafferano, lavanda e simili. Esiste anche la possibilità, piuttosto diffusa di delegare a professionisti ed appassionati tutta la gestione produttiva attraverso l’orto in affitto.
E’ possibile anche riconvertire un terreno ad uso sportivo, sopratutto per le stagioni meno rigide: calcetto, padel, tennis ma anche piste di go kart e simili, dietro opportuno investimento, ovviamente. In questo caso conviene calcolare le distanze tra i centri urbani ed il nostro terreno, fattore che potrebbe effettivamente fungere da ago della bilancia tra un terreno di successo ed uno che si “taglia le gambe” in partenza.