Il Bancomat resta uno dei princiapali circuiti di pagamento più utilizzati nel nostro paese: è stata proprio la società Bancomat SpA a rappresentare una delle prime forme di pagamento elettronico tra tessere con banda magnetica e sportelli automatici.
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Non è un caso che il termine stesso sia diventato simbolico quando si tratta di prelevare contanti o anche pagare attraverso i POS, operazione sempre più diffusa anche da chi non ha un conto corrente, essendo le prepagate sempre molto diffuse.
ATM in diminuizione
Se la diffusione di questi strumenti non accenna a rallentare, risulta opposta la situazione per gli ATM, correlati alle banche: nel nostro paese è sempre più evidente una graduale dismissione di questi sportelli, principalmente per due motivi: le filiali risultano oramai troppo costose e non così indispensabili per la clientela, oramai sempre più abituata a far uso di home banking, attraverso smartphone e personal computer.
L’altra motivazione è correlata a politiche sempre più votate al cashless, ossia ad una struttura economica sempre più votata al digitale.
Bancomat, in questi casi non funzionerà più: pazzesco, ecco quando
Nonostante ciò le carte di pagamento risultano ancora indispensabili per un numero estremamente alto di operazioni, e ciò è riscontrabile anche dalla continua evoluzione di questi strumenti. Trattandosi di strumenti tecnologici avanzati, in teoria “basta poco” per alterarne il funzionamento ad esempio tramite smagnetizzazione, che può essere causata dall’avvicinamento a calamite, televisori e smartphone, ma anche da un urto violento della banda magnetica presente sulla parte posteriore della carta.
Gli sportelli possono subire malfunzionamenti in seguito a “forzature” dei sistemi di erogazione delle banconote così come in corrispondenza delle fessure di inserimento della tessera, che può risultare danneggiata dopo l’uso. Se questa viene “catturata” e danneggiata, dal punto di vista legale, le responsabilità del danno causato è interamente a carico della banca.