Bancomat, problemi in tutta Italia: ecco cosa potrebbe accadere presto

Bancomat è un “marchio registrato” dall’omonima azienda di pagamenti elettronici ma in maniera “non ufficiale” rappresenta ancora oggi un po’ tutti i pagamenti elettronici effettuabili con una tessera magnetica. Ciò è dovuto anche al fattore “prima volta”, visto che questa forma di denaro non convenzionale è stata una delle prime tipologie di questo tipo a debuttare in Italia, a partire della prima metà degli anni 80.

Bancomat, problemi in tutta Italia: ecco cosa potrebbe accadere presto

Ancora oggi “fare un Bancomat” significa banalmente effettuare una qualsiasi operazione con tessera di pagamento attraverso uno sportello ATM. Con il “boom” delle carte prepagate, che hanno affiancato in alcuni casi sostituendo il “vero” Bancomat, questa forma di denaro viene sempre più incentivata da parte degli ultimi governi in quanto con sempre maggior frequenza i pagamenti elettronici, che sono completamente tracciabili vengono preferiti.

Con gli sportelli ATM che vengono gradualmente ma inevitabilmente dismessi a causa degli alti costi, gli istituti bancari iniziano a “farsi i conti in tasca” ed è proprio Bancomat SpA (che “possiede” 34 milioni di tessere in circolazione, e può contare su circa 2 miliardi di operazioni annue e prelievi per oltre 160 miliardi di euro) a proporre l’eliminazione della commissione fissa, che viene pagata alla banca quando si effettua un prelievo da parte di un titolare di un altro istituto di credito. Questa commissione fissa, pari a 49 centesimi di euro a favore di una non più fissa ma stabilita dall’istituto proprietario dello sportello automatico nella cui viene effettuata l’operazione.

Bancomat SpA propone invece di eliminare questa commissione fissa, applicandone invece una a discrezione della banca, che viene applicata a discrezionalità della banca dalla quale si effettua il prelievo. La richiesta è stata proposta presso l’Antitrust, e se verrà approvata, porterà un costo per l’appunto variabile che dovrebbe attestarsi intorno ai 1,50 euro. La decisione è prevista per la fine di aprile 2022.

Tuttavia questa “mossa” rischia di svantaggiare le piccole banche rispetto a quelle più  “potenti”, oltre a quelle completamente online che non avendo filiali fisiche, fanno molto affidamento su prelievi gratuiti.