Bitcoin sta attraversando una fase definibile “di maturità” del proprio ciclo vitale, che sembra essere comunque ancora in fase quasi “embrionale”: la criptovaluta concepita e sviluppata dall’anomino Satoshi Nakamoto oramai oltre 10 anni fa è da anni una delle valute più “divisive” sul mercato, sopratutto perchè Bitcoin simboleggia un po’ tutta la categoria.
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Dopo diversi anni caratterizzati da “sali scendi”, pur mantenendo la natura di valuta decentralizzata e quindi scollegata dal controllo diretto di qualsiasi forma di governo, Bitcoin sembra aver trovato una propria dimensione, al punto che anche investitori un tempo scettici e piccoli risparmiatori hanno deciso di affidarsi ai BTC, ossia i token della valuta, pari a delle “ricompense” dal mining.
Bitcoin, il valore di oggi spaventa tutti: ecco cosa è successo
Dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina il trend dei BTC, come quelli della maggior parte delle altre criptovalute è stato decisamente al ribasso, è seguito un leggero rialzo dopo la notizia delle sanzioni da parte delle forze occidentali, che hanno fatto riacquisire fiducia, ma Bitcoin ha ripreso a calare in maniera non così profonda ma comunque preoccupante in questi ultimi giorni.
Secondo alcuni il calo, che è comunque iniziato molto prima dell’invasione russa, sarebbe il preludio di un ulteriore “crollo”, stavolta ben più importante, per certi versi simile a quello della prima metà del 2020: la poca reperibilità di denaro tradizionale sta infatti accentuando un utilizzo di Bitcoin tra Ucraina e Russia che non solo non accenna a fermarsi ma è in forte aumento.
In condizioni di “pace” ciò provocherebbe un rialzo, che potrebbe manifestarsi a breve ma che, secondo molti, sarà seguito da un “crollo” che porterà i BTC a valere meno di 33 mila dollari nella seconda fase di marzo, rappresentando quindi un’opportunità di investimento piuttosto importante.
Non è comunque chiaro il ruolo del conflitto sui Bitcoin, essendo per loro stessa natura, basati su una piattaforma decentralizzata.