La storia della lira italiana ha seguito in maniera parallela quella della storia del paese fin dalla sua unificazione fino ai primi anni del nuovo secolo. L’euro ha infatti preso il posto della storica valuta a partire dal 2002, dopo essere stato concepito negli anni 90 da parte in quella che poi è diventata l’Unione Europea.
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La totalità delle monete e banconote italiane, alla pari di quelle delle altre nazioni che hanno deciso di adottare l’euro, sono quindi diventate obsolete almeno dal punto di vista del potere d’acquisto: da quello collezionistico la situazione è molto diversa e monete già molto popolari da prima della dismissione della lira sono diventate ancora più ambite.
E’ sorprendente quanto valgono oggi le 5 Lire con il delfino: “Pazzesco!”
Un esempio è dato dalla 5 lire, nello specifico la sua variante più comune e longeva, ossia la Delfino, la seconda in ordine di tempo coniata dall’Italia repubblicana, dopo la Uva, coniata per pochi anni nell’immediato secondo dopoguerra.
Come gran parte delle monete italiane del tempo, è realizzata in Italma, una lega costituita da alluminio, magnesio e manganese, ed è immediatamente riconoscibile per le due principali raffigurazioni, ossia il Delfino, sormontato da un vistoso 5 per indicare il valore della moneta, mentra sull’altro lato è presente un timone, contornato dalla scritta Repvbblica italiana.
Nonostante si tratti di una moneta molto comune, alcuni esemplari possono valere cifre molto elevate: un esemplare del 1956, anno in cui ne sono state coniate solo 400 mila vale fino a 3.500 euro se in condizioni assolutamente perfette, ma anche una moneta in condizioni Splendide vale almeno 500 euro.
Alcune monete del 1969 presentano un errore di conio nel primo “1” del 1969: ciò fa valere questi “pezzi” dai 30 ai 90 euro. Un altro errore di conio è presente in alcuni esemplari del 1989, facilmente distinguibili per la presenza del timone rovesciato rispetto al solito. Queste monete possono valere dai 5 ai 25 euro.
