“Il Bancomat non funzionerà più!”: pazzesco, ecco cosa succede

L’Italia, come la maggior parte dei paesi europei, sta attraversando un periodo di cambiamenti economici e sociali, dettati anche dallo sviluppo tecnologico sempre più importante, che sta cambiando in maniera graduale ma sempre più percepibile anche negli ultimi anni.

Operazioni come fare la spesa, acquistare qualsiasi forma di bene o servizio, così come un generico bisogno di inviare denaro risultano sempre più spesso legate a contesti senza contante. Questa tendenza non è casuale, ma frutto di una volontà condivisa da molti paesi occidentali per arginare in maniera sempre più costante a ridurre l’evasione fiscale, il riciclaggio di denaro e il lavoro nero, attraverso l’utilizzo sempre più frequente di metodi di pagamento elettronici, come carte, Bancomat e bonifici.

“Il Bancomat non funzionerà più!”: pazzesco, ecco cosa succede

Il Bancomat rappresenta una tecnologia, dotata di un circuito telematico dedicato, specificamente sviluppata per i pagamenti, che ha iniziato a diffondersi a partire dagli anni 80. La terminologia oggi indica, seppur in maniera erronea, qualsiasi operazione effettuabile con una tessera di pagamento, ma anche questo “contesto” è ad oggi soggetto ad un profondo cambiamento.

La “guerra ai contanti” condiziona anche i prelievi Bancomat che con il tempo diventeranno sempre più rari, a causa del numero in aumento di sportelli ATM che sono legati alle filiali bancarie,a anch’essee “meno necessarie” rispetto al passato. Attraverso l’home banking infatti molti cittadini, come reso ancora più evidente dal periodo della pandemia, si sono abituati ad essere maggiormente autonomi dal punto di vista della gestione dei risparmi.

Anche gli istituti bancari si stanno adeguando: se le banche del gruppo ING hanno ufficialmente chiuso ogni filiale sul territorio italiano, mentre numerose altre lavorano fin dal principio esclusivamente online, come ad esempio N26. La problematica principale, che diventerà ancora più “problematica” da gestire nei prossimi anni è quella relaiva a probabile aumento delle commissioni sui prelievi.

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