Molto prima dell’avvento della telefonia mobile, il mondo delle comunicazioni telefoniche per la “massa” era possibile attraverso l’utilizzo di due strumenti, oggi entrambi considerabili “parte del passato” come i gettoni telefonici e le cabine telefoniche, anche se queste state in molti casi “riconvertite”.
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Il gettone telefonico è stato sviluppato per limitare i furti di denaro dalle cabine stesse, non avendo valore nominale e funzione di denaro tradizionale, il suo sviluppo e distribuzione è strettamente collegato alla funzione di “contante per telefonare”. Il costo del gettone è stato modificato nel tempo, adattato all’inflazione che ha progressivamente influenzato la lira.
Storia e sviluppo
I primi gettoni risalgono al 1927, coniati a scopo “dimostrativo” dalla Stipel, una delle prime aziende telefoniche attive nel nostro paese. Questi primi esemplari, realizzati in bronzo o alpacca (chiamato anche argentone o argento tedesco), avevano il preciso scopo di fornire ai visitatori della Fiera campionaria di Milano tenutasi in quella occasione una prima esperienza telefonica.
I gettoni iniziarono ad essere prodotti dalle aziende telefoniche dislocate in tutto il paese, che furono accorpate nella Sip a partire dal 1964; nel frattempo il gettone aveva trovato la sua forma definitva nel 1959 con l’adozione delle due/tre scanalature, forma che resterà immutata fino alla fine della produzione, nel 1980, anche se i gettoni saranno utilizzati fino al 2001.
Quanto vale un gettone telefonico 7208? Ecco la risposta
Tutti i modelli di gettone di questo tipo presentano 4 cifre, che indicano anno e mese di produzione, quindi il gettone 7208 è stato coniato nel 1972, nel mese di agosto (il numero 8).
Non è un esemplare comunissimo ma neanche tra i più rari: il valore per un esemplare in buone condizioni è di 3 euro, che può arrivare a 10 se in perfette condizioni di conservazione. Ancora più interessante un raro errore di conio, riconoscibile per la posizione delle cifre 7208, che in alcuni esemplari è ruotata di 180 gradi: questo dettaglio fa valere ad un singolo “pezzo” fino a 36 euro.