Santo del giorno, 2 Dicembre: Chi era Santa Viviana

Santa Viviana, nota anche con il nome di Bibiana, è celebrata nella giornata del 2 Dicembre per ricordare una giovane cristiana vissuta nel IV secolo d. C..
Non sono note particolari informazioni riguardanti la vita della giovane, ma pare che sia nata intorno al 347 d. C., figlia del cavaliere e prefetto di Roma Flaviano e di Dafrosa, dunque la sua storia è ricca di elementi leggendari. La sua storia è legata a quella dell’imperatore Giuliano.
Flaviano abbandona la carica di prefetto quando Giuliano diventa imperatore,in quanto persecutore dei cristiani. Suo successo divenne Aproniano, sostenitore del paganesimo, che fu effettivamente prefetto di Roma dal 362 al 364. Flaviano, sorpreso mentre seppelliva i martiri Prisco, Priscilliano e Benedetta, venne riconosciuto come uno schiavo. Venne in seguito esiliato ad Aquas Taurinas dove venne martirizzato nel dicembre del 361.
A partire da quel momento, Bibiana e Demetria si rinchiusero nella loro abitazione insieme alla madre Dafrosa, riunendosi in preghiera e nell’attesa del loro imminente martirio.
Le sante non tardarono infatti ad essere arrestate perché cristiane, venendo rinchiuse in carcere e condannate a morire di fame. Grazie ad un miracolo, la sentenza si rivelò fallimentare, cosicché il prefetto decise di infliggere loro una morte cruenta. La madre venne decapitata il 6 gennaio 362, mentre la sorella, rinchiusa nuovamente in carcere e minacciata di severe punizioni, professò la sua fede e spirò.
Aproniano pensò invece di risparmiare la sola Bibiana, facendola affiancare da una turpe mezzana di nome Rufina, esperta di intrighi amorosi e di seduzioni del piacere. Nemmeno il pensiero di una vita mondana ebbe effetto sulla giovanissima santa, la quale, fedele alle sue virtù, proclamò nuovamente la sua fede.
Il prefetto, offeso dalla scelta di Bibiana, decise allora di sottoporla alla stessa sorte dei suoi parenti,e così la fece martire. Fu legata ad una colonna e flagellata senza pietà con le «piombate», ovvero con fasci di verghe e pallini di piombo, la santa spirò quattro giorni dopo a 15 anni.
Il corpo di Santa Viviana, sempre secondo la leggenda, venne, su ordine dello stesso Aproniano, esposto ai cani randagi, i quali lo lasciarono perfettamente illeso. Il presbitero Giovanni raccolse le spoglie e le collocò nel palazzo del padre, allora nelle mani di Olimpia, una matrona romana e parente di Flaviano.