“Bere l’amaro fa male!”: ecco cosa può accadere

L’amaro è una bevanda alcolica dal gusto abbastanza amaro. L’amaro si ottiene da varie specie vegetali, è usato sia come aperitivo o anche a fine pasto.

Per essere più tecnici, l’amaro rientra nelle cosiddette bevande spiritose. Per bevande spiritose si intendono tutte quelle bevande che sono prodotte sia direttamente mediante la distillazione, macerazione o aggiunta di aromi, sia mediante la miscelazione di una bevanda spiritosa con un’altra bevanda.

L’amaro è un liquore che viene aromatizzato ed impreziosito dalla componente vegetale. Per la preparazione dell’amaro sono previste due fasi, esse sono l‘infusione e la distillazione. Le erbe e le radici sono dosate, macinate, polverizzate, immerse in una soluzione idroalcolica e vengono lasciate a macerare per un periodo variabile, ma mai meno di qualche mese. Dopo questo periodo il preparato è fatto decantare per renderlo limpido e poi è unito al liquido proveniente dalla distillazione.


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L’amaro fa digerire?

Nel nostro Paese è moto solito concludere un pasto, specialmente se abbondante, con un po’ di amaro. E’ pensiero comune che l’amaro faccia digerire, in realtà non è proprio così.
L’amaro molto spesso è definito ammazzacaffè, perché azzera il miscuglio di sapori dovuto alle varie portate e viene sorseggiato nella convinzione di favorire la digestione.

Dopo aver bevuto un amaro, aumenta la produzione di saliva, ciò si verifica perché le papille gustative vengono stimolate. Gli amari e i liquori hanno un tasso alcolico di almeno 30-35°, dunque irritano le pareti dello stomaco e possono rallentarne lo svuotamento, quindi l’effetto contrario a quello della digestione.


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Sin dai tempi antichi, i frati e monaci erano coloro che si dedicavano alla produzione degli amari, utilizzando le piante medicinali migliori. Le ricette erano segrete, le custodivano come un tesoro.

Le piante e le spezie che vengono utilizzate per la produzione dell’amaro offrono numerosi benefici per la salute. Alcuni di questi, però, vengono annullati o comunque ostacolati dall’alta gradazione alcolica che presentano. Di base è vero che le erbe vanno a stimolare la digestione, favorendo la produzione dei succhi gastrici ma l’etanolo presente li rende più acidi, e quindi ostacolano la digestione.

Inoltre, sarebbe meglio evitarlo dopo pasti molto abbondanti. In questo caso andremmo a sovraccaricare di lavoro l’organismo oltre che ad incrementare le calorie, già elevate a seguito ad un pasto abbondante.

Qualora non si voglia rinunciare del tutto a questo rito, per abbassare un po’ la gradazione alcolica della bevanda, si consiglia di utilizzare dei bicchieri più piccoli, in modo che non possa contenere un quantitativo eccessivo di liquore, e l’altro accorgimento potrebbe essere quello di aggiungere del ghiaccio. In questo modo, con la presenza del ghiaccio, la gradazione alcolica tenderà a ridursi leggermente.

L’amaro fa male?

L’amaro contiene alcol etilico, per cui è un prodotto alcolico. Un abuso di alcool potrebbe causare degli effetti negativi sulla nostra salute.

L’abuso di alcool può determinare un accumulo di grasso nel fegato. Questa condizione è nota come steatosi o anche semplicemente come fegato grasso, e rappresenta lo stadio iniziale dell’epatopatia alcolica, un comune disturbo epatico causato dal consumo di alcool.

L’accumulo di grasso determina delle complicanze nei riguardi del funzionamento del fegato e lo rende suscettibile a processi infiammatori, le cosiddette epatiti alcoliche. L’epatite alcolica non sempre si manifesta in modo precoce, e in alcuni casi i sintomi possono non essere subito presenti. In altri casi, invece, può causare:

  • febbre,
  • nausea,
  • perdita dell’appetito,
  • dolore addominale,
  • episodi di confusione mentale.

Man mano che aumenta la gravità dell’epatite alcolica si ingrossa il fegato e può causare
l’ittero, sanguinamenti eccessivi e difficoltà di coagulazione del sangue.

Un’altra condizione che si associa all’abuso di alcool è la fibrosi, sarebbe l’accumulo di tessuto cicatriziale nel fegato, in questo caso la funzionalità del fegato è notevolmente ridotta.

Quindi in conclusione, possiamo affermare che non è necessario eliminare del tutto e demonizzare questa bevanda, se consumata in dosi minime non determinerà delle problematiche al nostro organismo è, però, da evitare assolutamente un suo consumo smisurato.