
Il kamut è un alimento di tendenza entrato di prepotenza sulle tavole vegan negli ultimi anni ma non solo: anche chi segue un regime alimentare tradizionale può sentirsi tentato dal provare il kamut. Ma il kamut è un cerale? Ecco la verità sulla reale origine di questo cibo straordinario che piace a molti.
Il kamut
Il kamut è un superfood che sta guadagnando sempre più terreno tra gli scaffali dei supermercati e della nostra dispensa. La sua farina si presta oramai benissimo a sostituire quella classica per preparare biscotti e focacce e c’è chi lo usa al posto dei classici cereali per la colazione con una tazza di latte.
Ma, in proposito, il kamut è un cereale? Cerchiamo di fare chiarezza in merito a questo argomento.
Il kamut è un cereale?
Il kamut è un cereale? Ecco la verità. Il nome kamut non è quello di una varietà di cereali bensì un marchio registrato dalla società statunitense Kamut International. Quando parliamo di kamut quindi, è come se stessimo parlando di un oggetto che chiamiamo con il suo marchio, come dire Scottex riferendosi a tutte le tipologie di carta assorbente. Il marchio Kamut è stato dunque apposto su una varietà di frumento commercialmente registrata, che viene coltivata e venduta in monopolio in tutto il mondo.
Sotto il nome di kamut si acquista in realtà effettivamente un cereale: si tratta della varietà khorasan, una tipologia di frumento originario dell’Iran. Dalla coltivazione del grano khorasan nasce dunque il kamut.
Le particolarità del kamut
Abbiamo scoperto la vera storia dell’origine del kamut. Vediamo ora alcune sue particolarità. Dal punto di vista nutrizionale il kamut è caratterizzato da un’elevato contenuto di proteine e da una buona percentuale di selenio e di beta-carotene, nutrienti molto importanti per l’organismo, per il sangue e per le migliori funzionalità della vista.
Tuttavia il kamut è pur sempre una varietà di frumento per cui il suo consumo non è indicato per l’alimentazione delle persone che soffrono di intolleranze alimentari e, soprattutto, di celiachia. Il kamut contiene infatti alti livelli di glutine, più che in altri cereali. Non è quindi assolutamente adatto alla dieta dei celiaci.
Il fatto che poi kamut non sia altro che un marchio registrato crea non pochi problemi in termini di costi del prodotto. Il kamut ha infatti alti costi relativi alla sua importazione, ai diritti di utilizzo e a quelli di propaganda. Inoltre il kamut, pur essendo coltivato secondo modalità di agricoltura biologica, presenta un fattore ambientale scarso e una ecosostenibilità molto bassa. Il Kamut viene coltivato in America e la sua importazione attraversa l’oceano. Tutto questo non c’entra niente con i prodotti a chilometro zero e incide sul mercato con un forte costo ambientale.