Spedizioni Amazon: l’azienda rimetterà in magazzino solo beni essenziali

Anche Amazon e le sue spedizioni stanno facendo fronte all’emergenza coronavirus. In questi giorni sul sito – praticamente in ogni parte del mondo in cui il colosso delle vendite online è attivo – si legge costantemente che il servizio di consegna può subire dei ritardi a seguito dell’emergenza. Le spedizioni sono moltissime e i corrieri sono coinvolti nelle consegne a domicilio di beni di ogni tipo. Sono molte anche le campagne internet in cui si invita la popolazione a rinviare acquisti di beni non primari e differibili nel tempo.

Proprio per adeguarsi a questo trend, e garantire la consegna di beni primari, Amazon ha comunicato ai venditori terze parti lo stop all’immagazzinamento di ogni tipo di bene che non rientri in sei categorie di prima necessità. Le categorie coinvolte sono: prodotti per l’infanzia, articoli per la salute e per la casa, prodotti di bellezza e cura della persona, alimentari, materiali industriali e scientifici, forniture per animali domestici. Si tratta, quindi, dello stesso elenco di negozi di prima necessità attualmente aperti anche in Italia.

Non è ancora chiaro se il provvedimento riguarda esclusivamente i magazzini situati negli Stati Uniti. Oppure se la scelta riguarderà anche i magazzini Amazon europei e, ancora più specificamente, italiani. Di certo la scelta di dare priorità alla distribuzione di beni necessari non è criticabile in questo momento.

I disservizi potrebbero così riguardare altri tipi di acquisto. Da qualche ora la discussione, sui siti di tecnologia, si sta articolando sopratutto intorno alla consegna di videogiochi. Non sembrano essere in pericolo i giochi acquistati in pre-ordine. Questi dovrebbero essere regolarmente consegnati, forse con qualche giorno di ritardo. Amazon generalmente consegna entro 48 ore, si potrebbe arrivare alla settimana di attesa. Più complessa invece la situazione per un eventuale acquisto futuro – a breve/medio termine. Amazon potrebbe infatti evitare di accumulare scorte di videogiochi, che non rientrano nei beni di prima necessità, nei propri magazzini.

Resterà la possibilità per i venditori terze parti, invece, di utilizzare i propri canali di vendita e consegna, anche per tutti gli altri tipi di prodotto. Con un conseguente allungamento dei tempi di consegna, e l’aumento delle spese di spedizione.