Rubata la lista clienti di Clearview AI, software di riconoscimento facciale

Ancora un problema – enorme – di sicurezza emerge dall’associazione tra le banche dati e l’utilizzo di software con caratteristiche d’intelligenza artificiale. Degli hacker si sono infatti impossessati della lista clienti di Clearview AI. Si tratta del software di riconoscimento facciale in uso alle forze di polizia statunitensi. Che per “migliorare” il proprio archivio e velocizzare le proprie ricerche estrae foto anche dai social networks. Una pratica per la quale creatori e sviluppatori del programma hanno subito forti critiche dai corrispettivi di doversi social network come LinkedIn, Venmo, Youtube e Twitter. Dai quali Clearview ha ricevuto una diffida a proseguire nella pratica di ottenere foto illegalmente per costruire il proprio database.

Clearview AI minimizza il furto: cose che capitano

La lista dei clienti rubata dagli hacker comprenderebbe l’elenco di forze di polizia, forze dell’ordine e istituti di credito che utilizzano il software. Sulla notizia, l’intervento dell’avvocato di Clearview AI, Tor Ekeland, è parso tutt’altro che rassicurante. “Le violazioni dei dati fanno parte della vita”, si è limitato a dire, assicurando che i server di Clearview non sono mai stati accessibili. Finora, viene da aggiungere. La vulnerabilità, sostengono i vertici, è già stata affrontata e sistemata. Resta la perdita raccontata, per la quale non si conoscono nei dettagli i rischi per la sicurezza. Clearview ha affermato che i cracker non sono riusciti ad impossessarsi della cronologia delle ricerche. Non sanno, quindi, chi è stato oggetto delle ricerche da parte degli utilizzatori del software, che raccoglie circa 3 miliardi di immagini. Questi cracker, quindi, non dovrebbero essere in grado di sapere chi è stato “ricercato” da polizia, istituti di credito e forze dell’ordine.

Il dibattito su AI e riconoscimento facciale

Anche questa notizia si aggiunge alle tante che, negli ultimi tempi, stanno montando il dibattito sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale e del riconoscimento facciale per le misure di sicurezza. Proprio il CEO di Google, Sundar Pichai, qualche settimana fa in Europa parlò di come l’utilizzo di tali tecnologie debba essere regolato dagli stati, prima che si compiano operazioni pericolose per la sicurezza di tutti. Quella compiuta da Clearview, anche grazie all’appoggio esterno delle forze dell’ordine statunitensi, sembra proprio una di esse.