
Apple Watch ha completamente stravolto il mercato degli orologi. Dopo quello degli smartphone, Apple ha quindi rivoluzionato completamente il concetto di “oggetto di prestigio” legato a uno degli accessori più storici dell’abbigliamento e della storia dell’essere umano. I dati non lasciano scampo: secondo quanto registrato da Strategy Analytics, gli Apple Watch sono stati venduti in un numero vicino ai 31 milioni di esemplari. Mentre tutta l’industria svizzera, capitanata da Swatch e con elementi di valore assoluto come Tissot e Tag Heuer, ha sommato poco più di 21 milioni di orologi venduti nel mondo. Più di 9 milioni di esemplari di differenza. Un divario importante già oggi e che le tendenze stimano al rialzo.
Insomma: acquistare un orologio svizzero non è più automaticamente associato all’acquisto del miglior orologio del mondo. Perché per quanto gli orologi citati restino il top per eleganza, precisione, e affidabilità, la sensazione è che la tecnologia viaggi a ritmi tali per cui ogni anno possa rappresentare quello che fino a poco tempo fa era un decennio. Tempo fa l’AD di Wolkswagen citò il caso Nokia per fare un paragone: disse che l’industria automobilistica non si fosse mossa rapidamente, avrebbe fatto la fine della casa di produzione di telefoni cellulari finlandesi. Insomma: essere i migliori in un settore, oggi, non vuol dire automaticamente che lo si sarà ancora in futuro. In un futuro molto breve.
La sensazione è che nei prossimi anni gli orologi “classici” siano destinati a diventare sempre più oggetti di extra lusso. L’unico marchio a tenere il ritmo di Apple Watch, almeno dal punto di vista del fatturato – e non dei pezzi venduti – è Rolex. Ma i giovani sembrano ormai segnare la tendenza. Dai prezzi più contenuti a quelli più elevati, cosa può attirare di più tra un bell’orologio e un dispositivo che consente qualsiasi tipo di operazione, dalla misurazione del battito cardiaco, all’ascolto della musica, fino alla possibilità di aprire le porte della propria auto ed accenderla?