L’insonnia? Non solo sintomo ma anche cocausa di disturbi mentali

Il Disturbo di Insonnia consiste in una condizione di insoddisfazione relativa alla quantità o alla qualità del sonno. E’ caratterizzata da:

  • difficoltà nell’iniziare il sonno
  • difficoltà nel mantenere il sonno

L’insonnia è un disturbo soggettivo in quanto si riferisce al senso soggettivo di difficoltà ad addormentarsi, a mantenere il sonno, o di cattiva qualità del sonno.


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Circa il 30 – 50% degli adulti fa esperienza occasionale di difficoltà nel riposo notturno. Un evento improvviso o stressante può causare un episodio di insonnia. Generalmente però, una volta risolto quell’evento, i disturbi del sonno si esauriscono denotando così una caratteristica transitoria del problema. Tuttavia, per alcune persone predisposte, la difficoltà può persistere anche dopo che la causa scatenante è scomparsa.

Il 6-13% degli adulti, soddisfa i criteri per un Disturbo del Sonno (DSM-5). Il disturbo di insonnia sembra avere una frequenza maggiore nelle donne rispetto agli uomini.Un recente studio sull’utilizzo dello smartphone ha dimostrato come anche quest’ultimo possa costituirsi come un fattore di rischio ben definito (Grover et al, 2016). Gli schermi illuminati di smartphone e tablet emettono le cosiddette onde blu, ovvero luce a breve lunghezza d’onda che ha un forte impatto sulla sonnolenza diurna, poiché ritarda il rilascio della melatonina, rendendo così più difficile prendere sonno di notte. Quando andiamo a dormire dovremmo abituarci al buio attraverso un lento processo graduale ed è chiaro come uno schermo illuminato nella totale oscurità, che magari seguita a lampeggiare e mostrare spie luminose all’arrivo di nuovi messaggi, non può che influenzare questo ingresso nel sonno in maniera brusca e forzata. Così facendo, lo schermo luminoso va a danneggiare i nostri ritmi circadiani, influenzando così la successiva fase REM (Rapid Eye Movement), fase del sonno fondamentale per l’apprendimento e la memoria: se andiamo a dormire più tardi del solito, ma continuiamo a svegliarci alla stessa ora, la nostra fase REM ne risulta fortemente accorciata e non dobbiamo dunque stupirci se le nostre capacità mnestiche e cognitive il giorno dopo non siano adeguate!