”Il bullismo peggiore è quello femminile: bisogna soffrire e accettarlo”

All’interno della scuola gli episodi di violenza e sopraffazione avvengono soprattutto in aula (27%) e a seguire, nei corridoi (14%) o nel cortile (16%). Inoltre il 20% del campione denuncia di esserne stato vittima al di fuori delle zone scolastiche (strada, piazza 32.5%, in corriera 22.9% e al bar22.1%). Il bullo infatti si trova nella maggior parte dei casi nella stessa classe della sua “vittima” (30,8%) oppure è un suo coetaneo (12,2%), ma è frequente (21,4%) che il prepotente non si trovi all’interno della stessa scuola.La scuola, palestra di apprendimento per la vita, nasconde, nel suo tessuto di relazioni tra coetanei, una cultura di violenza poco presa in considerazione dagli adulti. Infatti le sfide più grandi che i ragazzi e le ragazze devono affrontare non sono tanto le interrogazioni o gli esami, ma i processi di inserimento nel gruppo dei coetanei e l’intreccio di relazioni con gli adulti-insegnanti.Sicuramente le prevaricazioni al femminile sono in prevalenza di stampo psicologico, ma le ragazze sanno essere molto violente, e lo fanno attraverso tirate di capelli, graffi, sputi, schiaffi, calci e spintoni. Si tratta soprattutto di alcune tipologie di ragazze appartenenti a determinate categorie sociali e comportamentali.Il bullismo psicologico si manifesta per lo più con prese in giro, isolamento, calunnia, diffamazione e derisione. Una delle caratteristiche più bieche del bullismo femminile è sicuramente quella di rimarcare, fino ad ingigantire o inventare, difetti della persona presa di mira. Ma anche posizioni sociali ed economiche,  il modo di essere, i comportamenti, il modo di vestirsi, sono oggetto di critiche e derisioni. Spesso questo atteggiamento non viene attuato con modi esplicitamente cattivi, ma con toni innocenti, affettati, che celano malignità e sarcasmo, quasi che la bulla e il branco fossero preoccupati della situazione e della condizione della vittima. Spesso le prevaricazioni sono così sottili da essere quasi impercettibili, se non per la vittima:sorrisi complici, sguardi ammiccanti o di disapprovazione tra i membri del branco in sua presenza,  ma anche sguardi di disapprovazione, sguardi indecifrabili o sorrisi sarcastici diretti a lei.Tra le motivazioni più forti che spingono a prevaricare le compagne c’è sicuramente quella della ricerca della leadership ma, in cima alle cause c’è “l’invidia”. Un sentimento di odio e rabbia che può scaturire da qualunque pretesto, ed è così che la ragazza più bella, quella con il miglior rendimento scolastico, quella che suscita le simpatie di compagni ed insegnanti, quella più gettonata dai maschi, viene presa di mira diventando oggetto delle prevaricazioni.Quali sono le ragazze vittime del bullismo femminile? Quelle oppresse, dipendenti e che non trovano il modello di femminilità giusto cui aderire. “I contenuti del modello possono variare – ci saranno scuole di élite dove ad essere colpita sarà la ragazza vestita male, altre in cui invece a essere vittima di violenza sarà la ‘fighetta’; ambienti in cui si colpisce la ‘cozza’ altri in cui a essere presa di mira è la ragazzina ‘iperglitterata’ –, ma ciò che conta è che le bulle cercano di imporre un modello correttosecondo il quale essere femmina, modello in cui la bulla è quella giusta e la vittima quella sbagliata”.