Il 2 novembre del 1975 Pier Paolo Pasolini venne brutalmente assassinato e anche quest anno abbiamo visto condividere ricordi, opinioni e articoli su di lui. Ha svolto un ruolo essenziale nella cultura italiana degli anni sessanta e settanta fornendo una visione del tutto originale della figura dell’ intellettuale nella società moderna. Sdegno moralistico e passione muovono, infatti, la polemica di Paolini contro una realtà contraddittoria e priva di valori. La sua lucida analisi , dettata da una rigorosa consapevolezza critica. È difficile parlare di Pierpaolo,in quanto si tratta di una personalità artistica, complessa e decisamente poliedrica. Bisogna sintetizzare una serie molto varia di attività che sono convissuto in lui dalla poesia alla saggistica.
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Un vero rivoluzionario che nel corso della sua carriera oppone la miserabile periferia alla Roma borghese. É nelle borgate che si ritrova l’autenticità dell’uomo, in quei fanciulli dal volto devastato e colmi dell’ansia di vivere. Gli interventi saggistica e giornalistici hanno avuto il merito di aprire discussioni e dibattiti coinvolgenti e inquietanti. Sono apparsi tuttavia a certa parte della critica e della politica antistorico e nello stesso tempo conservatori. La sua serrata guerra alla società tecnologica che fa di lui un vero è proprio atipico marxisista. Una figura drammatica e furiosamente ostile , uno scrittore disposto a pagare la reazione di una società al di la degli apparenti valori democratici.